CASA di ospitalità Missionari Scalabriniani

Casa Scalabrini

Le Case di Ospitalità degli Scalabriniani in Italia e Inghilterra.

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Montegrappa

Il Monte Grappa

 

Dopo l’offensiva austriaca del 1916, il Comando italiano decise che anche il massiccio del Grappa, dal quale si domina la parte orientale dell’altopiano di Asiago, fosse apprestato a difesa.

Nel novembre 1917 il fronte italiano arretrò al Piave, e il Grappa assunse allora un ruolo di primaria importanza nella difesa del tratto di fronte fra Brenta e Piave.

Furono qui inviate alcune divisioni, che vennero però attaccate da quattro divisioni scelte austro-ungariche guidate dal generale Krauss.

I nostri furono costretti ad abbandonare numerose postazioni, tranne la cima del Grappa, dove il 24 novembre si arrestò l’avanzata nemica; per facilitare il forzamento della valle del Brenta, alcuni reparti della famosa divisione austriaca Edelweiss occuparono Col Bonato e il 26 vennero attaccati in massa il Col della Berretta e il costone fra questa vetta e l’Asolano; l’impeto nemico fu infranto dall’eroica Brigata Aosta e dagli alpini della Val Brenta.

Gli attacchi si ripeterono senza sosta anche dalla parte verso il Piave e in ogni occasione il valore e il coraggio degli alpini si manifestarono in tutta la loro grandezza, come nella difesa di Val Calcino.

Questa prima battaglia del Grappa, combattuta con sovrumano eroismo da pochi nostri soldati poveri di mezzi e senza riparo, fu decisiva per le sorti della guerra: la caduta del monte avrebbe infatti significato l’abbandono del Piave e la ripresa della ritirata italiana.

Dopo questo primo tentativo, il nemico decise una sosta per prepararsi a un nuovo attacco; la sosta fu provvidenziale per i nostri che poterono ricostituire nuove unità. La nuova offensiva iniziò sull’altopiano di Asiago, dove il 5 dicembre crollò il caposaldo italiano delle Melette e il 6 il Monte Sisemol; il fianco sinistro della difesa del Grappa era così esposto alle offese nemiche. La battaglia riprese il giorno 11 con violenti bombardamenti nemici; nella tragica giornata del 14 gli austriaci ebbero ragione della difesa del Col della Berretta e del Col Caprile, mentre venivano respinti nuovi attacchi al saliente Col dell’Orso.

Le Brigate Ravenna, Umbria e Campania e gli alpini del 3° Raggruppamento vennero segnalati dal Comando alla riconoscenza degli italiani per l’eroica difesa del saliente che l’artiglieria nemica batteva di fronte, di fianco e di spalle; il fondo della Val Calcino, per il sacrificio degli alpini della Val Marra e del M. Pavione, diveniva le Termopili d’Italia.

La battaglia sul Grappa cessò il 21 per riprendere il 23 sull’altopiano. Il resto dell’inverno fu speso dalla 4ª Armata a rafforzare le linee di difesa; nel giugno l’offensiva austriaca trovò questa armata, detta Armata del Grappa, ben appostata sulle sue posizioni, fornita di mezzi e appoggiata a forti difese.

Il 15 giugno iniziò un violentissimo bombardamento nemico a cui seguì l’attacco delle fanterie dal Brenta alle Porte di Salton; gli austriaci occuparono quattro dei cinque caposaldi della nostra linea di resistenza e avanzarono quasi ovunque, contrastati con eroismo dai nostri. Nel pomeriggio dello stesso giorno cominciò il contrattacco italiano, che riuscì a riconquistare, nella notte e nel giorno seguente, quasi tutte le nostre linee; la battaglia era vinta.

Nell’ottobre 1918 la 4ª Armata ebbe ordine di iniziare la battaglia di liberazione.

Essa sferrò il suo attacco il 24 e lo continuò con costanza eroica (24.000 morti in 7 giorni) nei giorni successivi, attirando su di sè tutte le riserve austriache del settore, che non furono più disponibili quando le altre armate iniziarono il 26 il passaggio del Piave. Il giorno 30 il fronte austriaco, ripetutamente assalito, crollò anche sul Grappa.


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